Sigaretta elettronica vietata ai minori:mossa delle lobby o atto dovuto?

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La sigaretta elettronica sarà a breve vietata a chi non ha ancora compiuto la maggiore età. A stabilirlo, è stata una ordinanza emessa da Renato Balduzzi, Ministro della Salute, che estende anche alle bionde elettroniche le norme che ormai caratterizzano le loro colleghe di carta e tabacco.
Il provvedimento entrerà in vigore il prossimo 23 aprile e rimarrà in corso di validità sino all’ultimo giorno di ottobre dell’anno. Una decisione che è stata salutata da pareri positivi e critiche, come succede ormai per tutte quelle che hanno un vago sapore di proibizionismo.
Tra i pareri positivi, va annoverato quello di Massimiliano Mancini, il numero uno dell’Associazione Nazionale Fumo Elettronico, il quale ha salutato il provvedimento che innalza il divieto di vendita delle sigarette elettroniche dai sedici anni attualmente vigenti, ai diciotto che coincidono con il raggiungimento della maggiore età, affermando di non avere alcuna obiezione. Questo soprattutto in considerazione del fatto che sulla sigaretta elettronica non sono ancora stati portati ad esaurimento adeguati studi di carattere scientifico in grado di escludere danni ai minorenni, la cui tutela rimane comunque una priorità.
Va ricordato che l’Anafe riunisce in associazione produttori e distributori non solo di sigarette elettroniche, ma anche degli aromi e dei liquidi per l’e-cig nel nostro paese. Con un giro di affari che ammonta a circa cento milioni di euro che secondo le previsioni formulate, potrebbe addirittura triplicarsi nell’anno in corso. Sempre Mancini, però, ha voluto mettere in guardia il governo dal proseguire sulla strada di interventi che potrebbero somigliare a spot, chiedendo invece di dare vita ad un confronto serrato sul tema, che vada a coinvolgere anche le aule parlamentari.
Obiettivo di questo confronto, sarebbe il varo di un sistema di regole in grado di bilanciare i costi e i benefici, sia dal punto di vista sanitario, che economico. Reputato molto importante per un prodotto che non va visto sotto la veste di un nuovo metodo teso a smettere di fumare, ma come uno strumento che potrebbe aiutare a contenere i rischi di questo pratica. Che secondo Mancini, trova un avversario in lobbies le quali hanno un preciso interesse a rinfocolare allarmismi i quali potrebbero infine ostacolare la sigaretta elettronica e la sua diffusione.
Contrari alla ordinanza di Balduzzi sono invece settori storicamente legati all’antiproibizionismo, i quali ritengono che il provvedimento avrà come conseguenza l’intensificazione del mercato clandestino, con effetti negativi non tanto sul piano dei numeri, considerata la relativa esiguità del mercato, quanto sul piano dei comportamenti, in quanto andrebbe ad incentivare all’infrazione della legalità quelle fasce giovanili che sono le più esposte.
Va infine ricordato che sulla questione, il Ministro Balduzzi aveva chiesto un parere all’Istituto Superiore di Sanità, il quale nel suo studio ha evidenziato che anche nel caso della sigaretta elettronica la quantità di nicotina consumata va oltre i limiti definiti accettabili dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare. Studio che ha spinto il Ministero a non escludere la possibilità di danni alla salute da parte di chi usa la versione elettronica. Ora, sullo stesso studio, dovrà pronunciarsi anche il Consiglio Superiore della Sanità, chiamato anche a dare un parere sul fatto che le ricariche necessarie alla sigaretta elettronica, possano rientrare nella categoria dei medicinali per funzione, cioè quelle sostanze che danno luogo ad una azione di carattere farmacologico.

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